Àissa Màissa produzioni cinematografiche

Purgatorio Teatro

«Un cammino poetico di danza, musica e narrazione»

Purgatorio - Àissa Màissa
Purgatorio - Àissa Màissa
Purgatorio - Àissa Màissa
Purgatorio - Àissa Màissa
Purgatorio - Àissa Màissa
Purgatorio - Àissa Màissa
Purgatorio - Àissa Màissa

dalla seconda cantica della Commedia di Dante Alighieri
atto unico
durata 60’
drammaturgia, regia e interpretazione dei canti Alessandro Anderloni
musiche originali e live electronics Zeno Baldi
coreografie Silvia Bertoncelli
danzatori Sara Cavalieri, Paolo Ottoboni
scenografia Alessandro Anderloni
light designer Claudio Modugno
sound designer Matteo Chiocchetta
costumi Giovanna Ferrarese
trucco Cristina Oliboni
fotografie di scena Ana Blagojevic, Flavio Pèttene
direttore di produzione Gabriella Palatini
una produzione Àissa Màissa
in co-produzione con Teatro Comunale di Lonigo (VI), Le Falìe (VR)

Purgatorio unisce narrazione, musica e danza ispirandosi alla seconda cantica della Commedia, forse la meno frequentata, eppure poeticamente stupenda e così ricca di suggestioni visive e sonore. Gli endecasillabi dei canti II (l’arrivo delle anime sulla spiaggia del purgatorio), VI (l’invettiva contro la «serva Italia») e XXX (l’incontro con Beatrice) suonano familiari anche allo spettatore che ha meno dimestichezza con Dante. Perché il Purgatorio è, delle tre, la cantica più umana, quella in cui è meno difficile riconoscersi e lasciarsi coinvolgere. La dizione delle terzine dialoga con le coreografie e le musiche originali in un tutt’uno poetico che non cerca di descrivere ma di suggerire, che mira a evocare più che svelare. La scenografia a forma di spirale simboleggia l’itinerario del salire la montagna che un attore, due danzatori e un musicista percorrono, quasi fisicamente, portando con loro in questo cammino ideale gli spettatori e le spettatrici. Un itinerario letterario, visivo e sonoro dove la voce di Dante trema di stupore, poi vibra di rabbia e si abbandona infine alla tenerezza, dimostrando, con parole scolpite nella storia e nella cultura italiana, l’immortalità di questi versi in occasione dell’anniversario dei settecento anni dalla morte di Dante nel 2021.