Carlo, l'ombra e il sogno
Atto unico, 90 min.
testo e regia Alessandro Anderloni
collaborazione al testo Lorenza Roverato
con Alessandro Anderloni
disegno sonoro Samuele Tezza
disegno luci Luigi Castagna
proiezioni Digital Network
produzione Àissa Màissa, Le Falìe
in collaborazione con Moduli d’Arte, Fondazione Carlo Zinelli
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È il 1947 quando Carlo Zinelli viene rinchiuso con la diagnosi di schizofrenia cronica nel manicomio di Verona. Dodici elettroshock, insulinoterapia, docce fredde, camicie di forza poi Carlo Zinelli scopre la pittura. Dall’ombra del manicomio, ultimo degli ultimi in un luogo di alienazione e sofferenza,alle gallerie d’arte di tutto il mondo. Nei suoi quadri - più di duemila - è celata in segni e colori la sua sfortunata vicenda umana: la morte della madre, la povertà, lo shock della guerra, la malattia. Poi quell’uomo misterioso dallo sguardo limpido, dal fare elegante e raffinato, avrebbe trovato nell’atelier del manicomio la sua terapia. Incrociarono la sua strada l’artista scozzese Michael Noble, la contessa Ida Borletti, lo psichiatra Vittorino Andreoli, lo scultore Pino Castagna. Un destino che rese possibile il sogno. Il mondo di Carlo iniziò così a popolarsi di segni grafici, di figure dal sapore ancestrale, di cromatismi raffinati, di spazi d’armonia. Diciassette anni di pittura, otto ore al giorno, dentro a un interminabile e splendido soliloquio dove far vivere i suoi sogni, le sue ansie, le sue sofferenze, la sua tenerezza. Carlo Zinelli scelse di non fare la guerra, di non vivere un’esistenza da
normale, di non con confondersi con i tanti. Carlo scelse di essere felice.
Il racconto di Alessandro Anderloni è iuna prosa avvincente dento la vicenda umana e pittorica di Carlo Zinelli, dal padiglione quinto del Manicomio di San Giacomo alla Tomba di Verona, alle gallerie d'arte di tutto il mondo. Un viaggio interattivo, di parole, immagini e musica, dentro ai suoi dipinti.
«Come un fiume in piena, un rigurgito di ricordi, di sensazioni, stati d’animo e sogni, Carlo butta tutto dentro i suoi quadri. La sua pittura è una scoperta progressiva, istintiva, incondizionata, totale. Sulla carta prendono forma geroglifici, immagini primitive dal sapore ancestrale, evocativo, perso nel tempo,in una continua sperimentazione che non si aspetta e con non teme i giudizi, che non sa cosa farsene di suggerimenti e critiche. Carlo è libero. Dipinge, racconta storie, le vive e le rivive nei suoi quadri.»
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