Viaggio in Italia
Atto unico, 75 min.
testo e regia Alessandro Anderloni
da testi di Goethe, Montesqueiu, Forster, Piovene
con
Raffaella Benetti (canto)
Thomas Sinigaglia (fisarmonica)
disegno sonoro Samuele Tezza
disegno luci Luigi Castagna
produzione: Àissa Màissa, Le Falìe
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Nel 1816 Johann Wolfgang von Goethe pubblicava il suo Italienische Reise, il Viaggio in Italia. Perpetuando il mito del Grand Tour, il poeta di Weimar attraversò la penisola: Verona, Venezia, Firenze, Roma, Napoli per abbeverarsi d’arte, scienza e cultura. Ma partivano già dal Seicento i nobili e i borghesi dalla Francia, come il marchese Charles-Louis de Secondat, barone di Montesquieu. E sarebbero partiti fino a tutto il Novecento dall’Inghilterra, come il giovane Edward Morgan Forster che avrebbe scritto, dopo il suo viaggio, quello splendido canto d’amore e di malinconia che è Room with a View. Ancora negli anni Cinquanta, la RAI assecondava il mito del “viaggio in Italia” affidando alla penna e alla voce di Guido Piovene un suo personale resoconto radiofonico, dal Brennero alla Sicilia.
Leggendo quelle pagine, si può ripercorrere l’Italia con gli occhi di allora, per scoprirla oggi diversa e cambiata. Agli scritti di questi e altri autori si è ispirato Alessandro Anderloni per un viaggio di narrazione teatrale e musicale che alterna le voci anche in lingua tedesca, francese e inglese. Lo accompagnano canzoni di viaggio, come Gare de Lyon della cantautrice francese Barbara, affreschi di vita italiana come Il cappello di paglia di Firenze o In gondoeta, fino a un divertente medley con le canzoni della radio degli anni Cinquanta, da Voglio vivere così a Quel motivetto che mi piace tanto, da Parlami d’amore Mariù a Volare.
«Io, esule volontario, errabondo per progetto, inesperto per programma, straniero da per tutto e da per tutto a casa mia. Più che vivere, lascio correre la vita e, in ogni caso non so come andrà a finire...» (Goethe)
«Nel campi, ogni cinquanta passi c’è un filare di alberi, una specie di aceri ai quali le viti si maritano e che ricoprono interamente. In mezzo, cereali e miglio, come saggina e granoturco. Intorno ai campi ci sono dei gelsi; e così uno stesso campo vi dà grano, vino, seta, legna, senza contare gli alberi da frutto...» (Montesquieu)
«Così nella Firenze di Brunelleschi, di Michelangelo e di Dante, per me era impossibile svincolarmi da abbracci di gonne e pettorine e sfuggire dall’orribile schieramento di signore entusiaste e petulanti…» (Forster)
«L’Italia è varia, cambia da un chilometro all’altro. È un miscuglio di gusti, di usanze, di abitudini, tradizioni e lingue. L’Italia è una specie di prisma nel quale sembrano riflettersi tutti i paesaggi della terra. L’Italia è un distillato di mondo...» (Piovene)
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